Per la pesca con la bombarda occorre una canna con un’azione potente da 4,20m a 4,70m, ma con un vettino sensibile; il mulinello deve avere una bobina grande e deve essere caricato fino all’orlo con filo dal 0.16 al 0.18. La lenza è composta da una bombarda, un paracolpi, una girella tripla e un terminale che varia da 1mt a 2mt a seconda della diffidenza/aggressività dei pesci che si vogliono insidiare. Dopo aver infilato la bombarda e il paracolpi si lega la girella tripla e si collega il terminale.
Pesca in superfice
Questa tecnica consente di localizzare il branco di trote semplicemente osservando la superficie del lago e scorgere frequenti bollate. A seconda delle condizioni atmosferiche o della giornata stessa bisogna intuire l’altezza a cui stazionano le trote (appena sotto il pelo d’acqua fino a 2 o 3 m). Se sono a pelo d’acqua sceglieremo una bombarda da G0 a G2 mentre nel caso in cui non si riesca a scorgere un branco di pesce immediatamente sotto il pelo dell’acqua si può iniziare impiegando una bombarda G2 per poi sostituirla con G3, G4 o G5 per sondare più in profondità.
Qualunque sia la bombarda scelta per la pesca con la bombarda in superficie la tecnica di recupero è sempre la stessa: effettuato il lancio in direzione branco frenare l’uscita del filo con un dito appena prima che la bombarda tocchi l’acqua per evitare che il terminale si intrecci quindi si inizierà subito il recupero con la tremarella. Se insidiamo invece pesci più in profondità sarà necessario attendere qualche secondo (da 1 a 10) dopo che la bombarda tocca l’acqua e prima di iniziare l’azione di recupero permettendo così alla zavorra di scendere in profondità.
Pesca in profondità
La pesca della trota con la bombarda in profondità è senza dubbio una delle tecniche di pesca più difficili da apprendere, ma soprattutto da mettere in pratica e che richiede maggiore esperienza e concentrazione soprattutto per quanto riguarda la dimestichezza con l’attrezzatura (canne e mulinelli) che con le bombarde in quanto essa richiede un recupero che deve mantenere una traiettoria il più lineare possibile, ma che non permette di capire direttamente al pescatore se questa linearità viene mantenuta.
Importante è frenare l’uscita del filo con un dito appena prima che la bombarda tocchi l’acqua, per evitare che il terminale si aggrovigli e per far si che la lenza si distenda correttamente quindi si inizia il conteggio dei secondi che serviranno a far scendere la lenza alla profondità desiderata che variano solitamente da un minimo di 10 ad un massimo di 40 secondi. Il conteggio deve essere effettuato molto attentamente in quanto una volta catturata la prima trota bisogna effettuare nuovamente le stesse operazioni. Non appena si raggiunge la profondità desiderata bisogna fare 4-5 giri di mulinello per eliminare il filo in eccesso ed avere un contatto diretto con la bombarda. Solo ora si inizia un recupero lento attraverso il mulinello tenendo la canna bassa e alternando bruscamente la direzione dell’esca. Ogni vibrazione della canna non si rifletterà sull’esca. Importante è avere un recupero regolare per seguire la corsia di navigazione prestabilita.
Effettuando un recupero troppo lento la bombarda scenderà al disotto della corsia di navigazione, mentre recuperando troppo velocemente si salirà al disopra di essa, ma in entrambe i casi, trovandosi al di fuori del branco di trote non si avvertiranno abboccate. Avvertita un’abboccata ci si ferma quasi completamente o meglio, si rallenta molto il recupero, si tiene la canna alta e si attende una partenza decisa per poi ferrare.