Giunti sulla zona di pesca, bisogna preparare la canna con il terminale scelto. Buona norma è preparare anche altri finali preventivamente dati i frequenti incagli che questa tecnica comporta. Il pescatore deve scegliere quale terminale utilizzare in base alle condizioni del fondale.
Ecco alcuni esempi
- Pesca a fondo nei porti: finale scorrevole con 2 ami o finale fisso con 3 ami
- Pesca a fondo dalle coste rocciose con fondale misto di sabbia e scogli: finale scorrevole con uno o due ami
- Pesca a fondo dalle coste rocciose con fondale roccioso: finale fisso con 3 ami o due nel caso di mare mosso
- Pesca a fondo dalle coste rocciose con fondale sabbioso: finale scorrevole con 2 ami
- Pesca a fondo dalla spiaggia: finale scorrevole con 2 ami.
A fondo nei porti
- anellidi (naturali o di importazione) come il coreano
- la tremolina
- il bibi
- il gambero a pezzi o il gamberetto intero
- il totano a pezzi
- il paguro
- la sarda a strisce
A fondo dalle coste rocciose
- gli anellidi già visti
- il gamberetto intero
- il totanetto
- la seppiolina
- il murice (sgusciato)
- il paguro
- la cozza (sgusciata)
- la sarda (la parte terminale con la coda)
- l’oloturia a strisce
A fondo dalla spiaggia
- anellidi (arenicola in testa)
- il murice
- il paguro
- l’oloturia a strisce
Lancio e recupero
Dopo aver innescato e quindi effettuato il lancio bisognerà attendere fin quando il filo smette di uscire dal mulinello. Quello sarà il momento di chiudere l’archetto e iniziare un lento recupero della lenza in eccesso. Quando il piombo peserà sulla lenza, si posizionerà la canna sul reggi canna o, in mancanza, si bloccherà la stessa tra gli scogli, con il cimino in leggera tensione.
L’abboccata sarà segnalata da una flessione più ampia rispetto altre e seguita da un tremito continuo, quello è il momento di impugnare la canna con entrambe le mani e stringere un po’ la frizione del mulinello. Portare ora la canna all’altezza degli occhi e incrociare per allamare correttamente il pesce.
Continuare a recuperare fin quando non si porta il pesce in superfice quindi farlo “saltare” oppure guadinarlo in caso si tratti di preda leggermente più grande quindi slamarlo.
Reinnescare nuovamente le esche e rilanciare, solitamente dopo una cattura raramente ne segue un’altra. Se il cimino rimanere immobile vorrà dire che le esche sono state mangiate senza che nessun pesce sia rimasto allamato. Bisogna quindi riavvolgere il mulinello procedendo come se ci fosse un pesce allamato per evitare inutili incagli.
Mentre per la pesca a fondo nei porti e dalle coste rocciose non è consigliabile muovere le esche da dove sono cadute in seguito al lancio, nella pesca a fondo dalla spiaggia non solo ciò è possibile ma è addirittura un modo molto valido per attirare l’attenzione delle possibili prede verso le nostre esche, aumentando di molto le possibilità di cattura.