La coda di topo è una componente dell’attrezzatura che, a differenza di mulinelli, canne e fili di nylon, non si usa nelle pesche tradizionali.
La sua funzione diviene meno oscura considerando l’azione di pesca. Dal momento che una mosca secca pesa qualche centesimo di grammo, ed inoltre offre una grande resistenza all’aria, è appunto la coda a fornire la massa necessaria che consente alla canna di caricarsi nel lancio dietro e di restituire l’energia nel lancio avanti, stendendo così la coda, che trascinerà con se nel suo moto un breve filo di nylon (il cosiddetto finale) al quale è annodata la mosca.
Per iniziare a praticare la tecnica, il novellino sceglierà una coda caratterizzata da una potenza dal 3 per torrente all’8 per lago, con un profilo che può essere doppio fuso (Double Taper) oppure decentrato (Weight Forward) e un comportamento in acqua che può essere galleggiante (Floating), intermedio (Intermediate) oppure affondante (Sinking).
Và detto che all’interno di queste tre semplici classificazioni basate su potenza, profilo e galleggiabilità si trovano molte varianti, dedicate a situazioni particolari di pesca.
La coda è lunga intorno ai 25-30 metri, ed è costituita da un filamento interno, detto core, che ne assicura la resistenza, e da un rivestimento in PVC (polivinilcloruro) o PU (poliuretano), detto coating, con miscelata della polvere di tungsteno per le code Sinking.
Essi ne determinano essenzialmente la rigidità, la scorrevolezza tra gli anelli e la maggiore o minore tendenza a formare e mantenere le spire.
Tipologie
Per chi all’inizio comprerà tipicamente un’unica coda, e pescherà in torrente, è consigliabile una DT galleggiante con la quale si può agevolmente pescare “sopra” a mosca secca, e pescare “sotto” utilizzando ninfe e streamer purchè non molto piombati.
Il suo profilo facilita la distensione e perdona qualche piccola imperfezione di lancio e di posa. Inoltre quando una estremità si danneggia per l’uso, basta estrarre completamente la coda dal mulinello e rimontarla al contrario.
Le WF invece sono adatte per lanciare più comodamente esche pesanti o voluminose, guadagnare qualche metro di “gittata”, e sono quelle che possono essere più facilmente modificate dalle case produttrici per adattarle a particolari pesche. Quindi sono indicate per la pesca in laghetto o fiume, oppure quando occorra contrastare un vento fastidioso, il primo nemico della PAM. D’altro canto, sono più difficili da controllare, e quando l’estremità si rovina per l’uso sono da buttare.
Per connettere la coda al backing vi sono vari metodi diretti, quali il Nail Knot o il Nail-less Knot
Inoltre esistono dei trimmer che incorporano degli attrezzini con profilo a forma di U, utilizzabili per eseguire comodamente il Nail-less.
Nel caso in cui la coda sia già completa di anelli connettori (loops) si può usare un generico Improved Clinch. Come per il Nail-less precedente, il numero di giri nella dipende dal backing utilizzato e la giunzione và forzata per verificarne la tenuta.
Una coda può durare per più stagioni di pesca, avendone cura. Con l’uso, essa è destinata a raccogliere polvere e sabbia o persino ad essere inavvertitamente pestata.
Se l’attività di pesca viene sospesa nei mesi invernali, bisognerebbe rimuovere la coda e riavvolgerla intorno al contenitore originale lavandola ed “ingrassandola” in modo che alla ripresa delle attività comincerà da subito a lavorare al 100%.