Dopo aver elencato e spiegato l’attrezzatura necessaria è giunto il momento di capire come comportarsi quando ci si reca a pesca in mare a spinning.
Nella tecnica di pesca a spinning in mare lo scopo è quello di lanciare l’esca artificiale verso il largo e di recuperarlo, invitando così la preda ad attaccarlo. Ovviamente, come già spiegato nel precedente articolo, ciò non è sufficiente al fine di evitare giornate noiose e senza catture.
Meteo ed Artificiali
Bisogna considerare in primis le condizioni meteo ed il moto ondoso dato che in queste condizioni i pesci si muovono molto di più mangiando tutto quello che le varie correnti spostano dal fondale, per cui più il mare è increspato e migliori sono le possibilità incorrere in catture interessanti. Un secondo aspetto che bisogna curare è la scelta dell’artificiale idoneo in base alle prede presenti nella zona di pesca che, purtroppo, non è affatto scontato conoscere. Per sondare il terreno con lo scopo di capire la tipologia di pesci presente si può chiedere a pescatori che conoscono bene la zona oppure che sono a pesca (anche se sfruttano altre tecniche, vedi Come pescare in mare a Spinning).
Le traiettorie degli artificiali
Una corretta valutazione di questi due aspetti fondamentali riesce a fornire una buona probabilità di evitare sgradevoli cappotti ma non è sufficiente, bisogna anche effettuare lanci corretti e far muovere, durante il recupero, l’artificiale in modo corretto. Il predatore che si vuole insidiare non attacca l’esca solo per fame, ci sono alcuni aspetti come l’aggressività, l’istinto e, perché no, la paura che lo spingono ad abboccare. E’ importante quindi tentarlo cercando di far muovere l’artificiale con un recupero non lineare per fornirgli le sembianze di un’esca viva attraverso il recupero vario e discontinuo, se si sta usando un ondulante abbastanza pesante, magari ulteriormente appesantito da un piombo sulla lenza madre bisogna fare una pausa piuttosto lunga con risultato un incaglio sul fondo e lo stesso può capitare utilizzando un minnow affondante se si accelera troppo. Purtroppo (o per fortuna) solo la pratica insegnerà ad intuire ed a prevenire questi problemi.
Azione di pesca
Dopo la scelta la postazione e l’artificiale, inquadriamo una zona di mare dove far approdare l’esca, quindi effettuare il lancio controllando la posizione dell’artificiale e, una volta che quest’ultimo raggiunge il pelo dell’acqua, chiudere l’archetto. Iniziare subito la fase di recupero con buona variazione di velocità durante il recupero con il mulinello e frequenti spostamenti di posizione della canna per far sì che l’esca subisca dei cambi di direzione continui.
Il lancio successivo deve sondare altre piccole zone dello spot, quindi è necessario variare la destinazione del lancio di qualche grado a destra oppure a sinistra. Dopo una serie di 5/10 lanci senza catture si può decidere di cambiare postazione o ripetere la serie di lanci con altri artificiali.
Se ancora non si hanno abboccate è opportuno sportarsi, ove possibile, di 150/200 metri dalla precedente postazione in quanto se il predatore era nei paraggi probabilmente sarebbe accorso e, di conseguenza, uno spostamento minore risulterebbe inutile.
Se si è fortunati da incorrere in un’abboccata nel mezzo del recupero si avvertirà uno strappo deciso, seguito dall’esaltante rumore della frizione e da continue testate della preda. Conviene dare una leggera ferrata ed iniziare a recuperare il pesce con regolarità, tarando la frizione di conseguenza.
Da valutare con attenzione il momento in cui il pesce ha esaurito le forze, altrimenti si rischiano rotture della lenza con conseguente perdita della preda! Per slamare la preda conviene usare delle pinze con becchi a punta con coi togliere l’ancoretta dalla bocca del pesce senza ferirci, cercando di farlo nella maniera più dedicata possibile perché, conviene ricordarlo, i pesci che sono al di sotto della misura minima devono essere rimessi delicatamente in acqua!