Il luccio alligatore è un pesce molto impegnativo e raggiunge facilmente il peso di 50 kg. Pescarne uno vuol dire mettersi alla prova ed avere a che fare con un animale quasi preistorico. Per tentane la cattura bisogna recarsi nelle torbide acque del Mississippi ma è presente anche nel sud dell’Ohio, nel Golfo del Messico, negli specchi d’acqua dolce del Texas, Alabama, Louisiana e Arkansas. Solitamente i più grandi vengono pescati nelle acque Texane.
Le zone dove maggiormente sono concentrati sono:
- La palude Henderson Swamp a Baton Rouge (Louisiana) e il Lago Ponchartrain a nord di New Orleans.
- I fiumi Pearl e Pascagoula del Mississippi, i fiumi Mobile, Tensaw, Tennessee e Tombigbee in Alabama e infine per i fiumi Escambia, Choctawhatchee e Appalachicola in Florida.
- I fiumi del Texas come il Colorado, Trinity, Guadalupe, Sabine e gli altri canali principali sono i più frequentati. Non a caso queste acque detengono il record per numero di avvistamenti del luccio alligatore e ci vive la più grande popolazione conosciuta di questo pesce.
Alcune delle zone di cui sopra non sono accessibili a piedi ed è obbligatorio l’uso di una piccola imbarcazione che consenta di muoversi da un punto all’altro.
Quando e dove pescare
La deposizione delle uova del luccio avviene nelle acque salmastre durante la primavera, intorno ad aprile, ma il momento migliore per pescarlo è nella tarda estate quando il clima è caldo e secco. Durante i mesi più torridi, luglio e agosto, questa specie ama fermarsi negli anfratti più profondi dei fiumi, adiacenti alle pozze d’acqua relativamente bassa. Il luccio alligatore ama acque profonde dove staziona raggruppandosi in branchi di numerosi esemplari mentre si nutre in acque molto basse.
Attrezzatura
Considerando le dimensioni e la morfologia dell’animale che si sta insidiando è opportuno avere attrezzatura specifica e resistente. Bisogna essere muniti di una canna di materiale composito rigido e una lenza extra forte e abbastanza spessa. Una canna rigida in grafite o in materiale composito da 1,6-2,4 mt è appropriata per un pesce di queste dimensioni.
Il mulinello da scegliere deve avere una bobina rotante e deve permettere il lancio anche a distanze di 130-180 metri. Il filo da imbobinare deve avere un carico di rottura compreso tra 15 e 50 kg almeno.
Il finale deve necessariamente essere in acciaio altrimenti, con i suoi denti, impiegherebbe pochi secondi a tagliare il classico nylon. La sua lunghezza deve essere compresa tra 60 e 90 cm.
L’amo da utilizzare è la classica ancoretta della dimensione 6/0, al di sopra di esso deve essere applicato un peso a fondo da 7-10 grammi fermato da un piombino spaccato. Nella montatura bisogna avere anche un galleggiante idoneo al piombo scelto e che riesca a far stare su l’esca.
Esca
Come innesco è possibile tranqillamente utilizzare altri pesci che solitamente sono preda del luccio alligatore. Molti utilizzano, nella Costa del Golfo, le triglie da 25-30 cm togliendo le scaglie prima di usarle ma possono essere usati anche altre esche quali i ciprinidi, l’alosa e i catostomidae. E’ possibile, anche se non preferibile, usare anche la carpa, pesce persico e gli ictiobus.
Avere spirito di osservazione può aiutarvi ad individuare il predatore, quando i grossi banchi di pesci minori (alosa, ciprinidi, triglie ecc.) sono agitati è altamente possibile che nei dintorni ci sia un predatore.
L’abboccata
Un passo fondamentale quando si pesca il luccio alligatore è mantenere la calma dopo un possibile segnale di abboccata. Quando si nota il galleggiante partire sul pelo dell’acqua oppure inabissarsi è consigliato abbassare la canna verso il pesce con l’archetto aperto ed attendere almeno 5-6 secondi prima di ferrare.
Il luccio alligatore ama afferrare la preda e spostarsi velocemente prima di inghiottirla e, ferrando troppo presto, si rischia di togliergli l’amo dalla bocca oppure di allamarlo in posizione poco idonea al recupero.
Inoltre, la ferrata, deve essere energica e ripetuta per permettere all’amo di penetrare nella bocca ossuta del pesce. Se l’allamata va a buon fine è ora di iniziare la battaglia e recuperare tutta la lenza che gli è stata concessa senza sforzo.
Il recupero del pesce deve essere lento, bisogna far perdere tutte le forze al pesce in modo da poterlo caricare sulla barca in tutta sicurezza. Anche se il luccio è a portata di bara ma continua a combattere è opportuno non issarlo a bordo per evitare che attacchi per autodifesa con le rimanenti energie
Il rilascio
Se pratichi il catch and release è opportuno, forse, non pescare mai un luccio alligatore. Portare a riva o caricarlo sull’imbarcazione può risultare un’operazione molto pericolosa a causa dei denti affilati e, anche se ci si riesce, poi bisogna rimuovere l’amo dalla bocca del pesce. Esistono particolari pinze che, grazie alla loro lunghezza, consentono di avere un margine di sicurezza per la slamatura ma potrebbe bastare un movimento del pesce per ferirsi.