Corpo slanciato e robusto, fusiforme, a profilo ventrale meno arcuato rispetto al dorsale, e moderatamente compresso nella regione caudale. La testa ha forma allungata, con muso appuntito e occhi piccoli, di diametro nettamente inferiore alla lunghezza del muso. Presenta due paia di barbigli, il più corto situato lateralmente alla porzione anteriore del labbro superiore, il più lungo agli angoli della bocca. Squame cicloidi piccole, solidamente impiantate nel derma e quasi impercettibili al tatto.
La colorazione del dorso è bruno scuro o bruno verdastro mentre i fianchi sono giallastri o dello stesso colore del dorso, progressivamente più chiari dal dorso al ventre. Il ventre è quasi sempre tendente al bianco o bianco giallastra. Le pinne sono translucide e di colore grigio verdastre, bruno giallastre o bruno verdastre e, durante il periodo di frega, presentano sfumature aranciate o rosse particolarmente marcate.
La sua livrea può variare notevolmente in base alla zona in cui esso vive. In generale gli individui che vivono nelle acque limpide dei laghi e dei fiumi di “risorgive” hanno dorso azzurrognolo, ventre argenteo e pinne giallastre, mentre quelli che abitano laghi e fiumi con acque meno trasparenti e spesso limacciose presentano dorso verdastro, ventre giallastro e pinne rossastre.
Può raggiungere eccezionalmente i 60 cm di lunghezza ed un peso di oltre 4 Kg, ma le dimensioni, in casi normali sono molto ridotte.
Habitat e abitudini
Il Barbo è caratteristico del tratto medio e superiore dei fiumi planiziali. Predilige acque molto limpide ed ossigenate ove la corrente è vivace. Preferisce spazi con fondali ghiaiosi o sabbiosi. L’habitat di questa specie è talmente tipico da essere comunemente indicato come “zona del barbo”. La specie ha comunque una discreta flessibilità di adattamento.
Nei fiumi più grandi può spingersi notevolmente a monte, fino a sconfinare nella zona dei Salmonidi, spesso occupa gran parte della zona del temolo. A valle si rinviene anche in acque moderatamente torbide purché ben ossigenate.
Specie gregaria da giovane ma all’età di 5-6 anni possono sviluppare la tendenza a vivere isolati. Il barbo italico tende ad associarsi in branchi anche con altri ciprinidi reofili, quali soprattutto la lasca e il cavedano. Localmente può dividere l’habitat con altre specie ittiche, tra cui in particolare l’alborella, la savetta, il vairone, la sanguinerola, il cobite ed i ghiozzi.
Risente molto delle variazioni climatiche e regola la propria attività in base alla temperatura, pressione atmosferica e periodi di insolazione. Da primavera a tutto luglio, si avvicinano spesso alla riva e frugano il suolo; amando poco la luce, cercano l’ombra dei luoghi più riparati e nascosti. Durante la stagione calda si dimostra vivace e girovago.
Alimentazione
La dieta del Barbo italico si compone soprattutto di invertebrati bentonici che ricerca sollevando sedimenti dal fondo con il muso. Occasionalmente può cibarsi anche di vertebrati morti. Tra gli insetti risultano predati prevalentemente tricotteri, plecotteri ed efemerotteri. Gli individui più grandi, che hanno abitudini solitarie, possono divenire ittiofagi.
Riproduzione
La maturità sessuale è raggiunta dopo tre o quattro anni di vita. I maschi si sviluppano prima delle femmine, a circa due o tre anni, quando raggiungono la lunghezza totale di circa 24 cm, mentre le femmine maturano circa a quattro anni, quando sono lunghe circa 30 cm.
Nel periodo di frega che avviene tra aprile ad agosto (varia a seconda da zona a zona), i barbi risalgono i corsi d’acqua, la migrazione riproduttiva avviene in lunghe file, di norma le femmine adulte avanti, seguite dai maschi adulti e poi dai giovani, spingendosi anche sino a 600 – 900 m di altitudine. Gli esemplari si riuniscono nei tratti a fondo ciottoloso o ghiaioso, di media profondità, che sono quelli più adatti alla deposizione delle uova. Nei laghi la deposizione avviene sempre presso la foce di qualche immissario.
La femmina fissa le uova sulle pietre del fondo, quasi sempre dove l’acqua è più profonda e dove le correnti sono forti. I maschi sono di solito parecchi per una sola femmina e accorrono a fecondare le uova. Ogni femmina produce circa 8.000 – 9.000 uova per chilo di peso e la schiusa avviene in circa 8 giorni.
Pesca sportiva
Ampiamente praticata in ambiente fluviale, con lenza a fondo convenientemente zavorrata o con galleggiante ed esca radente il fondo. Le ore migliori sono quelle dei primo mattino o della sera. Le esche più adatte sono costituite da larve di mosca carnaria, lombrichi, larve di tipula, crostacei, larve di tricotteri e di efemerotteri, formaggio, polenta, pane.
Efficace la pasturazione. li barbo, che può essere catturato anche con camole artificiali, oppone alla cattura una resistenza notevole.