La pesca a bolentino viene praticata dalla barca e racchiude differenti tecniche di pesca. Viene praticata ad una certa distanza dalla costa, utilizzando canna e mulinello. Tramite l’insieme delle tecniche a bolentino si puntano alla cattura di prede che solitamente si trovano a largo, oppure risultano di più facile cattura su fondali profondi ed, infine, ad insidiare specie costiere utilizzando un’imbarcazione.
Le principali categorie di pesca a bolentino sono 3:
- Bolentino di profondità
- Bolentino di medio fondale
- Bolentino costiero
Queste categorie vengono costituite semplicemente dalla profondità del fondale su cui si pesca. Ovviamente, ogni tecnica richiede la propria attrezzatura, esche e terminali vari specifici, unica condizione fissa è la presenza della barca che deve essere di buona grandezza in caso di bolentino di profondità o medio fondale per affrontare ogni tipo di situazione. Per il bolentino costiero, che si pratica molto vicino alla costa, è necessaria una barca anche di piccole dimensioni (in regola con le misure di sicurezza richieste dalla legge).
Il concetto di base di questa pesca è quello di calare sul fondo un terminale multiamo, innescato con esche adeguate ed attendere la mangiata del pesce a cui far seguire la ferrata ed il recupero della preda allamata.
Sembra semplice ma, come in ogni altra tecnica, bisogna utilizzare alcuni accorgimenti e usare la giusta attrezzatura.
Dove e quando
Il bolentino, come abbiamo già detto, si pratica da pochi metri dalla costa, fino agli alti fondali del mare aperto e questo può disorientare il pescatore non sapendo dove fermarsi per calare la lenza. Il neofita spesso cerca di lanciare a casaccio senza sapere quale preda si sta cacciando.
Purtroppo per il neofita, questo atteggiamento difficilmente porterà risultati in quanto, come per altre tecniche, ogni dettaglio (condizioni meteo, esche, innesco) è utile per capire dove e come lanciare. La parte complessa è individuare zone in cui staziona il pesce ma, fortunatamente, si può fare affidamento su due strumenti validissimi: delle semplici carte nautiche ed un ecoscandaglio.
Una battuta di pesca a bolentino deve essere studiata a tavolino esaminando con attenzione la carta nautica della zona di mare interessata e cercando di individuare, in base alla stagione e alle prede che si vogliono insidiare, zone migliori progettando un percorso possibile tra i punti individuati.
L’individuazione zona migliore e la preda che lo abita sono strettamente legate ed è opportuno conoscere quindi anche un briciolo della fauna marina che abita il tratto di costa prescelto.
Fondo roccioso
Saper leggere una carta nautica è fondamentale per capire cosa si sta guardando. Sulle carte, con la lettera R ( r ) viene indicato il fondale roccioso e con la lettera P ( p ) il fondale ghiaioso, sempre con la relativa linea battimetrica che ne indica la profondità.
Se è presente ad una certa distanza dalla costa può indicare un fondale roccioso piatto oppure, se circondato da battimetriche più profonde, può indicare un gradino di roccia o una secca. In questo caso ci troviamo di fronte ad una buona posta.
Prede possibili: Sarago maggiore, Faraone, Fasciato, Sciarrano, Cernia, Scorfani rossi, Occhioni, Tanute, Murene, Gronghi, Donzelle, Tordi e altre prede minori.
Fondo sabbioso
Sulla carta viene indicato con la lettera S ( s ) con la relativa linea battimetrica. Di solito il fondale sabbioso piatto non offre molto soprattutto a basse profondità. Su fondali profondi le cose vanno meglio e in determinati periodi può dare buone soddisfazioni.
Prede possibili: Mormore, Triglie, Gallinelle, Sogliole, Rombi, Passere, Tracine.
Fondo fangoso
Sulla carta nautica sarà contrassegnato dal simbolo F ( f ) con la relativa linea battimetrica. Di solito è un fondale piatto e poco interessante a basse profondità, mentre risulta più allettante sui 70 – 100 mt.
Prede possibili: Triglie di fango, Gallinelle, Gronghi, Pagelli, Merluzzi, pesci piatti.
Fondale a Poseidonia
Sulla carta nautica sarà contrassegnato dal simbolo A ( a ) con la relativa linea battimetrica. Di solito è un fondale piatto, ricoperto di alghe Poseidonia e poco profondo, sui 35 – 40 metri al massimo. Diventa una buona posta se sono presenti secche o zone di roccia.
Prede possibili: Saraghi e Dentici, Occhiate, Boghe, Sugarelli e Sgombri.
L’ecoscandaglio fornisce numerose informazioni al pescatore e, a seconda della risoluzione dello strumento, queste informazioni possono essere più o meno precise ma estremamente utili al pescatore che deve saper valutare le possibili prede presenti.
Attrezzatura
Considerando le diversità delle tecniche a bolentino, è chiaro che per ogni variante è necessaria una specifica attrezzatura a partire dall’imbarcazione per finire alla minuteria.
Imbarcazione
A seconda della tecnica che si vuol praticare varia anche la barca da scegliere. Il bolentino costiero non è richiesto un tipo particolare di imbarcazione purché sia in regola con le leggi vigenti e dotata di un motore fuoribordo adeguato oppure a remi se, nei dintorni della costa, sono presenti zone con 15-20 metri di profondità. La lunghezza da preferire è di almeno 4,5 con plancetta di comando e sufficiente spazio in poppa.
Per le altre specialità è d’obbligo fornirsi di una barca capace di spingersi in mare aperto, dotata di doppia motorizzazione, con cabina di guida e pronta ad affrontare i repentini cambiamenti di tempo, visto che, in alcune zone, le poste migliori possono trovarsi anche a 10-15 miglia e oltre dal porto più vicino. Oltre alle dotazioni di sicurezza è indispensabile avere a bordo almeno un ecoscandaglio e un GPS. A bordo è utile un salpa ancora elettrico e un generatore a 12/24 volt che verrà utilizzato per alimentare i mulinelli elettrici o i salpabolentino, attrezzi indispensabili nel bolentino di profondità.
Canne
La canna da pesca, soprattutto nel bolentino di profondità, svolge un ruolo fondamentale. Deve avere il giusto compromesso tra robustezza e flessibilità altrimenti, attrezzo troppo rigido non permette di avvertire le tocche dei pesci, diminuendo considerevolmente il divertimento. Per il bolentino costiero si utilizzano canne telescopiche dai 2 ai 5 mt con azione ripartita o di punta. I passanti devono essere a doppio ponte con passafilo in pietra SIC ad alta resistenza che evitano il surriscaldamento del monofilo. Il portamulinello è meglio che sia a vite, robusto ed affidabile. Come potenza, possiamo mantenerci sugli 80/150 gr.
Per il bolentino di medio fondale (fino ai 100 mt) la canna deve essere abbastanza robusta. La lunghezza sarà compresa tra i 3 e i 4 metri per gestire facilmente la canna in presenza di finali lunghi e per meglio tenere lontana dall’imbarcazione la lenza madre. Esse devono essere dotate di passafilo a doppio ponte o a carrucola ed essere molto resistenti. Per l’azione scegliamo una ripartita, con cimino in fibra e fusto in carbonio ad alto modulo, resistente ed elastico. D’obbligo il portamulinello a vite e un’impugnatura comoda sia pescando in piedi che seduti.
Nel bolentino di profondità (oltre i 100 metri) è opportuno dotarsi di strumenti appositamente progettati e con passanti a carrucola potenti e resistenti, fusto in carbonio ad alto modulo ed una lunghezza sui 3 metri sono le doti di un buon attrezzo per questa specialità.
Mulinelli
Tirar su più volte una lenza da profondità di 70-100 metri stanca chiunque. E’ opportuno, quindi, munirsi di attrezzi leggeri, funzionali con un buon rapporto di recupero ma anche affidabili e con una frizione adeguata alle prede più probabili. Si opterà, nel bolentino costiero, per mulinelli a bobina fissa o rotante delle misure più grandi con capienze minime di 200 metri di monofilo. Per il medio fondale e per le profondità elevate è indispensabile un mulinello elettrico che abbia capacità decisamente superiori, di almeno 400 metri di multifibra e con regolazioni semplici ed immediate, con la possibilità di regolare rapidamente il carico della frizione e la profondità da raggiungere.
Monofili
Una vera rivoluzione per questa tecnica è rappresentata dal multifibre o dyneema. Questo innovativo materiale viene dal mondo velistico ed è utilizzato per cucire le vele e presenta un alto carico di rottura con bassi diametri ed estrema rigidità. Per il bolentino costiero comunque, conviene utilizzare il tradizionale nylon con diametri variabili dallo Ø 0.35 allo Ø 0.50 per l’imbobinamento e dallo Ø0.25 allo Ø0.40 per i finali.
Per il bolentino di profondità la lenza più utilizzata è il multifibre. Purtroppo il costo è elevato ma permette di utilizzare mulinelli sensibilmente più piccoli contando comunque su 400-450 metri di capienza con un multifibre di Ø 0.34 con un carico di rottura di 18 kg circa! Altro vantaggio è quello che un diametro così basso offre meno resistenza alla corrente e quindi viene deviato meno degli altri monofili utilizzabili. Inoltre, grazie alla sua straordinaria rigidità, consente di avvertire toccate anche se a profondità di 150metri.
Ami
L’amo deve essere robusto, affilatissimo e adatto alle esche che si adoperano. Anche le misure devono essere adeguate alle prede e all’innesco, arrivando alle misure 5/0 o superiori, nel bolentino di profondità.
Piombi
La zavorra è fondamentale per permettere alla lenza di essere calata fino alla profondità desiderata. Solitamente, la forma più utilizzata è a forma di pera con girella integrata per evitare attorcigliamenti sulla lenza. Per la grandezza della zavorra si parte dai 10 gr fino ai 150 gr per il bolentino costiero, fino ad arrivare al chilo di peso e oltre in quello di profondità.