L’autunno e le sue temperature decisamente più fredde dell’estate favorisce la ripresa di molte delle attività di pesca sportiva dalla barca. Bisogna cogliere ogni occasione possibile, magari tra una perturbazione e l’altra che periodicamente si abbattono sulla nostra Penisola, tentando di catturare le prede di stagione che, oltre ai classici pesci, sono rappresentate anche dai gustosi Calamari.
Le tecniche di pesca utili a catturare questi cefalopodi sono diverse e possono essere praticare sia da terra che dalla barca. In questo breve articolo verranno trattate le tecniche che utilizzano un’imbarcazione.
Attrezzatura
Chiunque abbia intenzione di praticare questa tipologia di pesca ha bisogno di una serie di attrezzature più o meno specifiche. In primis bisogna rimediare una barca di modeste dimensioni come, ad esempio, un gozzo, un piccolo fisherman o uno scafo simile di 5-6 metri, possibilmente con un pozzetto abbastanza agibile per facilitare la stesura delle lenze.
Il monofilo da utilizzare deve essere dello 0,70 imbobinato su piccoli telaietti di sughero. Ogni telaietto deve contenere almeno 150-200 metri di lenza. Per il terminale bisogna avere una bobina da 100 metri sempre di monofilo dello 0,30/0,35. Infine, a chiudere l’attrezzatura, si devono avere una serie di girelle ordinarie a tre vie e qualche piombo di grammatura variabile da usare in caso di forti correnti.
E’ opportuno avere a bordo una lampada per l’illuminazione, oppure una torcia da sub.
Esche
Le esche da utilizzare per tentare di pescare il calamaro sono due, artificiali e naturali.
Le esche artificiali da preferire sono le Yozuri, che simulano il gamberone, oppure artificiali fusiformi colorati di varie misure. Per inneschi con esche naturali sono da preferire, morti, il sugarello o la boga inserite in specifici gabbiette o barrette metalliche visibili nella foto.
La gabbietta, le barrette e gli artificiali sono muniti di coroncine di spilli che tengono ben fissato il calamaro per tutta la daurata del recupero.
Dove pescare
Non si conosce molto delle abitudini di vita del calamaro (Loligo vulgaris) e quel poco che si sa molto spesso non è costante negli anni.
Si può trovare nelle grandi profondità marine oppure nei bassifondi del sottocosta e viene pescato in branchi più o meno numerosi dai pescherecci con le reti a strascico in prossimità del fondo a 60 metri. L’autunno è il periodo favorevole alla riproduzione del calamaro e accosta in copiosi branchi sostando temporaneamente dove trova cibo in abbondanza, costituito da pesci e crostacei, e dove può appendere le sue uova.
Solitamente, queste zone, sono costituite da posidonie, secche e rilievi più o meno pronunciati con forte presenza di crostacei e molluschi. Praticamente le zone ideali dei calamari sono le praterie di posidonie nelle cui vicinanze ci siano scogli sparsi, ad una profondità variabile dai 35 ad una decina di metri, nell’immediato sottocosta.
Montatura
La montatura può essere realizzata sul luogo di pesca ma è consigliabile prepararla prima, a casa oppure in porto dove sicuramente si sta più comodi.
Per i dettagli sulla montatura potete leggere: Montatura per calamaro;
L’azione di pesca
Come per ogni tecnica di pesca, bisogna individuare uno spot con caratteristiche simili a quanto detto sopra. Individuata la buona posta, ci si ferma lasciando che la barca vada in deriva scarrocciando lentamente.
Bisogna calare le lenze fin quando l’esca non arriva sul fondale, a questo punto bisogna fornire all’artificiale un po’ di vita con dei movimenti (su e giù) della lenza attirando l’attenzione del calamaro. L’abboccata del calamaro può avvenire sia in maniera lenta (quando utilizza i tentacoli) sia repentinamente con l’uso del ciuffo.
Quando le catture tendono a diradarsi, con la stessa montatura è possibile far lavorare l’esca a vari strati d’acqua recuperando periodicamente la lenza fino alla superfice. Se nemmeno in questo modo le catture riprendono, è probabile che si stiano spostando nell’immediato sottocosta nei pressi degli scogli. Conviene spostarsi a velocità molto ridotte con due lenze in acqua a poppa di lunghezza tra i 30 ed i 40 metri.
Nelle grandi profondità
Una delle tecniche più appassionanti rivolte al calamaro è la pesca in profondità, talvolta anche superiori a 1000 mt, con l’ausilio di un salpabolentino elettrico. Per una corretta esecuzione della tecnica è opportuno che la luna sia assente ed il buio deve essere il più assoluto possibile. Bisogna calare in profondità una particolare fonte luminosa lampeggiante e, dopo l’abboccata e con l’uso del salpabolentino, iniziare il recupero molto lentamente fino ad una profondità di 50/80 metri.
L’uso della fonte luminosa riesce a richiamare interi branchi che la seguirà fermandosi con esso a mezz’acqua. Bisogna fare attenzione però, se un solo cefalopode, non rimarrà ferrato bene e riuscirà a liberarsi, tutto il gruppo tornerà sul fondo rendendo inutili tutti gli sforzi.