Nell’articolo come scegliere una barca da pesca si è parlato delle caratteristiche principali che una barca deve avere per poter essere idonea alla disiplina. Tra le tante caratteristiche descritte un discorso più approfondito lo merita il particolare della stabilità. Per stabilità di un’imbarcazione si intende la capacità che essa ha di riprendere l’assetto iniziale dopo essere sottoposta ad un’azione sbandante (provocata ad esempio dal dal vento, del moto ondoso, ecc). Scegliere una barca con buona stabilità consentirà di poter praticare correttamente tecniche come la pesca a drifting.
Cosa si intende per stabilità
La stabilità di una nave si divide in due tipi a seconda che del movimento:
- stabilità longitudinale – essa contrasta i movimenti beccheggio, ovvero le “oscillazioni” dell’imbarcazione da prua a poppa.
- stabilità trasversale – che contrasta il movimento di rollio, ovvero le “oscillazioni” laterali della nave – che è la più importante per la sicurezza di navigazione
Per la stabilità trasversale è possibile effettuare altre divisioni, cioè:
- stabilità di forma – la troviamo negli scafi con ampia base di appoggio sull’acqua come ad esempio catamarani, trimarani, o anche grandi monoscafi con scafi particolarmente larghi.
- stabilità di peso – è tipica delle barche a vela, dove la zavorra è posta molto in basso, sotto la chiglia per fornire un elevato peso raddrizzante in grado di contrastare le azioni di sbandamento laterali dovute ai vari fattori.
Altre caratteristiche
Ad incidere sulla stabilità esistono altri fattori che bisogna valutare, ove possibile, in una barca che si ha intenzione di acquistare:
- centro di gravità (G) o baricentro: il punto di applicazione della forza-peso (P) dello scafo, questo punto rimane fisso nell’imbarcazione se i pesi a bordo rimangono fermi. Basti pensare a quando ci si muove su una barca di piccole dimensioni da un lato all’altro, si nota facilmente una leggera inclinazione dell’intera imbarcazione. Questa operazione tende a modificare, seppur di poco, il centro di gravità. E’ opportuno posizionare i pesi in modo bilanciato.
- centro di spinta o di carena (C):il punto di applicazione delle forze di spinta (S) esercitata dall’acqua sulla carena (principio di Archimede); questo punto varia al variare dello sbandamento dell’imbarcazione, variando la parte di scafo immersa.
- metacentro (M):il punto di intersezione della linea di azione della spinta (S) con il piano di simmetria longitudinale; il METACENTRO deve essere sempre al di sopra del centro di gravità (G), altrimenti lo scafo rischia di ribaltarsi.
- altezza metacentrica: è la distanza tra il metacentro (M) ed il baricentro (G).
Analisi della stabilità
Valutare la stabilità della nave non è facile, si possono però fare delle analisi semplici anche se ciò richiede un po’ d’esperienza e qualche ora di navigazione per capire il comportamento che una barca, piccola o grande, dovrebbe avere in mare.
Bisogna analizzare la condizione di equilibrio in cui l’unità viene a trovarsi in condizioni di mare calmo valutandone l’assetto e “l’equilibrio”.
Un’imbarcazione può essere soggetta a diversi tipi di equilibri:
- equilibrio positivo – se l’unità navale che viene a trovarsi sotto effetto di una causa inclinante, ad esempio il vento, tende naturalmente a riportarsi nella condizione iniziale non appena la causa eccitante verrà a mancare;
- equilibrio indifferente – se l’unità navale rimane nella posizione assunta a seguito dell’azione sbandante;
- equilibrio negativo – se l’unità perde la posizione di equilibrio iniziale trovandosi in regime di instabilità.